1. MAFIE E DROGA IN MOLISE

    By antimafia il 14 Dec. 2019
     
    0 Comments   132 Views
    .
    OSSERVATORIO ANTIMAFIA DEL MOLISE
    “Antonino Caponnetto”


    MAFIE E DROGA
    IN MOLISE

    REPORT BREVE
    (TRAFFICO, SPACCIO E DIPENDENZA)

    a cura di
    Vincenzo MUSACCHIO





    Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise
    CAMPOBASSO 2018/2019



    INTRODUZIONE

    Gli affari criminali legati agli stupefacenti rappresentano un commercio che non conosce crisi. Le droghe in Molise arrivano, e purtroppo continueranno ad arrivare, perché c’è domanda. Sono consumate perché c’è offerta. E’ un ciclo chiuso che si autoalimenta: difficile da fermare. Nella nostra piccolissima regione, questa sequenza è composta di tantissimi e intricati aspetti: il traffico, con i flussi di droghe che arrivano in Molise grazie ad organizzazioni criminali che gestiscono l’approvvigionamento; lo spaccio, con più piccole organizzazioni che se ne occupano; le dipendenze che riguardano l’aspetto preventivo e di cura. Inutile nasconderlo: anche la nostra regione è una terra di arrivo e di passaggio delle droghe. Tantissimi casi riguardano il Basso Molise, alcuni dei quali analizzati anche in questo report regionale. Il grande affare del traffico è gestito, in via prioritaria, dalle organizzazioni criminali italiane, in primis, la mafia garganico foggiana, poi la ‘ndrangheta, in collaborazione con alcune compagini straniere: la criminalità albanese in primis, l’organizzazione straniera sicuramente più presente e ramificata in ambito regionale, caratterizzata da un continuo “reclutamento” di giovani leve e da una ‘elevata capacità di rinnovamento delle proprie fila. Vi sono presenze anche della mafia nigeriana, della camorra e dei clan romani. La Direzione Investigativa Antimafia ha evidenziato nella sua ultima relazione (2017/2018) proprio nei traffici di droga la spiccata convergenza dei forti interessi, riposti in tale lucroso settore, dalle consorterie albanesi e dalla criminalità pugliese, anche in considerazione della posizione geografica della nostra regione: gli scali portuali dell’Adriatico restano, inequivocabilmente, l’approdo privilegiato per i traffici illeciti dall’Albania e dai Balcani. La criminalità albanese, in sintonia piena con la ndrangheta e con le mafie pugliesi, si occupa, all’interno dei traffici di stupefacenti, in particolare di coltivazione di cannabis e di produzione di metanfetaminici. La criminalità albanese è il punto di riferimento per l’importazione di cocaina, anche per la criminalità a livello nazionale. A tale scopo - si legge sempre nella relazione della DIA - i trafficanti provvedono al trasporto degli stupefacenti, sfruttando sia le rotte marittime sia quelle stradali, anche attraverso i c.d. “corrieri part-time”. In tutti i casi, le investigazioni sin qui condotte evidenziano sia una spiccata capacità di tali organizzazioni a far transitare i carichi e i corrieri per scali intermedi, (rendendone, così, più difficoltosa l’individuazione), sia costanti connessioni operative tra narcotrafficanti di diverse nazionalità (albanesi, nigeriani, marocchini, romeni). La criminalità albanese, si occupa della gestione del trasferimento di droga dai Paesi di produzione o di transito verso l’Europa, secondo direttrici consolidate, per via aerea, marittima o terrestre. Il trasporto è realizzato principalmente attraverso corrieri, anche di altre nazionalità, con una notevole capacità di modificare le rotte d’ingresso e di avviare sinergie con altri gruppi etnici, di supporto per le altre fasi del traffico. Infine, la criminalità albanese che, oltre ad occuparsi di spaccio, con il monopolio in diversi territori, importa, attraverso l’Albania la droga gestendo in piena autonomia tutte le fasi del narcotraffico, da quella dell’approvvigionamento e della distribuzione, fino allo spaccio al dettaglio. Sono tutte organizzazioni criminali che troviamo nelle province molisane, insieme alle organizzazioni mafiose italiane, all’interno dell’enorme e mai in crisi business delle droghe. Il mercato degli stupefacenti anche in Molise continua a essere il più remunerativo. Nel mercato delle droghe in Molise ci sono tre elementi di novità da noi rilevati dall’esame dei dati in nostro possesso: a) il primo riguarda le tipologie di consumi e, nello specifico, la comparsa delle droghe sintetiche che trovano larga diffusione a fianco delle sostanze più tradizionali, quali cannabis, eroina e cocaina; b) il secondo riguarda invece la centralità della rotta adriatica e balcanica; c) la terza e più rilevante novità, soprattutto rispetto al panorama generale, è rappresentata dalla crescente richiesta di cocaina ed eroina. Se davvero vogliamo provare a contrastare le mafie e i loro traffici, bisogna prima conoscere come operano, dove e con quali modalità. Uno dei tanti campi è, appunto, quello del narcotraffico, con numeri, operazioni e aspetti che ci devono mettere in guardia su un fenomeno in continua crescita. Dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, frutto del lavoro di raccolta dei dati riguardanti l’anno 2017 da parte delle amministrazioni centrali e periferiche che si occupano di questo settore, emergono dati poco confortanti sul Molise. Nella nostra regione non esistono indagini statistiche utili ai fini della stima del valore degli aggregati economici associati al consumo di sostanze stupefacenti. Come in altre regioni, anche in Molise si evidenzia una situazione di scarsa disponibilità e qualità dei dati. Le fonti amministrative fornite dagli organi di polizia, dai ministeri e dalle dogane, gli studi del CNR sull’uso di alcol e altre sostanze psicoattive nella popolazione, così come le ricerche di associazioni non-profit o universitarie, utilizzano spesso concetti e modalità di rilevazione tra loro molto diverse e non standardizzate.

    1. OPERAZIONI ANTIDROGA

    Nel 2017 sono state condotte 25.765 operazioni/attività antidroga, considerando solo quelle di esclusiva rilevanza penale, con un aumento di circa l’8% rispetto all’anno 2016. La regione Lazio, con un totale di 4.006 operazioni, emerge come valore assoluto rispetto alle altre regioni, seguita da Lombardia (3.591), Campania (2.264), Sicilia (2.059), Emilia Romagna (1.871) e dalla Puglia (1.770). In Molise sono state eseguite 166 operazioni di polizia con rilevanza di natura penale con un aumento del 43,1% rispetto ai dati del 2016 (Fonte: DCSA - Anno 2017). Il Lazio, con un totale di 5.445 soggetti coinvolti nel traffico di stupefacenti, emerge come valore assoluto rispetto alle altre, seguita dalla Lombardia (4.956), Campania (3.422), Sicilia (3.030), Emilia Romagna (2.397) e Toscana (2.139). I valori più bassi in Valle d'Aosta (56) e Molise (181). Rispetto al 2016, aumentano in maniera consistente le denunce in Trentino Alto Adige (+37%), Friuli Venezia Giulia (+21,17%), Sicilia (+20%) e Piemonte (+19%). Rispetto al 2016, sono stati registrati aumenti consistenti di denunce in Valle d'Aosta (+100%), Piemonte (+34%), nelle Marche (+26%), Puglia (+24%), Molise (+21%) e Veneto (+19%). I decrementi più vistosi, in percentuale, in Trentino Alto Adige (-65%), Abruzzo (- 59%), Emilia Romagna (-28%), Basilicata e Sardegna (-22%).

    2. SEQUESTRI

    Nel 2017, a seguito delle operazioni antidroga condotte sul territorio nazionale, sono stati sequestrati 114.588,60 kg di sostanze stupefacenti, con un aumento di circa il 60% rispetto al 2016. Il 29% dei quantitativi sequestrati (kg 33.126,97) sono stati intercettati presso le aree di frontiera (nel 2016, kg 21.968,24 corrispondenti al 31% del totale dei sequestri). La regione Puglia, con 34.941,96 kg di sostanze stupefacenti e 12.002 piante di cannabis sequestrate, emerge come valore assoluto rispetto alle altre regioni, seguita da Emilia Romagna (kg 15.366,42), Lazio (kg 8.611,78), Lombardia (kg 7.767,81), Marche (kg 6.290,70), Calabria (kg 4.688,89), Campania (kg 4.540,70), Piemonte (kg 3.586,13) e Veneto (kg 3.185,80). Il Molise rispetto al 2016, registra un piccolissimo aumento consistente in un +1.4%. La cocaina sequestrata nel corso delle operazioni antidroga in Molise esprime il valore più basso tra le venti regioni italiane attestandosi a un misero 1,36 kg. Per l’eroina sequestrata si ripete lo stesso spartito, il Molise ha i valori più bassi (kg 0.18), assieme a Valle d'Aosta (kg 0,19), Basilicata (kg 0,24). Per quanto riguarda le piante di cannabis coltivate illegalmente sul territorio nazionale, il maggior numero di sequestri è stato operato in Calabria con 107.992 piante, Sicilia (55.214), Sardegna (21.671) e Molise (20.138), regioni che, per le favorevoli condizioni geoclimatiche, rappresentano luoghi particolarmente adatti a questo tipo di coltivazioni.

    3. ASPETTI DI NATURA PENALE

    Rispetto al 2016, gli interventi di polizia come abbiamo già evidenziato sono aumentati in Molise (+43%). Nel 2017 le regioni dove si sono commessi più crimini legati alla droga sono la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio, la Campania e la Sicilia. In Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Veneto si osserva la percentuale più alta di stranieri che hanno commesso crimini droga-correlati (più del 70%). Sicilia, Puglia, Molise e Calabria sono invece le regioni dove i reati sono stati commessi prevalentemente da cittadini italiani (90% circa). Analizzando la distribuzione dei detenuti a livello territoriale, le regioni con la più alta quota di reclusi per reati in violazione dell’art. 73 DPR n. 309/1990, presenti alla fine del 2017, sono Umbria (40% circa) e Marche (40% circa). Seguono Molise, Sardegna e Trentino Alto Adige. Le regioni con le quote più basse sono invece Basilicata (27%), Sicilia e Friuli Venezia Giulia (28% ciascuna), Calabria (29%) e Valle d’Aosta (29%). La distribuzione territoriale degli ingressi avvenuti nel 2017 evidenzia che le regioni con la più alta quota di reati per violazione dell’art. 73 DPR n. 309/1990 sono state Umbria, Marche, Molise, Sardegna e Toscana. Le regioni con le quote più basse sono invece Basilicata, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Valle d’Aosta. In termini assoluti il maggior numero dei segnalati nel 2017 è stato rilevato in Piemonte (4.535), nel Lazio (4.510), in Sicilia (3.870) e in Toscana (3.756), mentre le regioni con il minor numero di segnalazioni sono Valle d’Aosta (144), Molise (223) e Friuli Venezia Giulia (251).

    4. DOMANDA DI TRATTAMENTO

    Nel 2017 gli utenti in carico ai SerD sono stati 129.945, il 16% dei quali risulta trattato per la prima volta. L’età media dell’utenza trattata è 39 anni, mostrando un progressivo invecchiamento: il 53% dell’utenza in carico nell’anno ha 40 anni o più (8,5% del 1997). Il 63% è in carico per uso primario di eroina e il 21% di cocaina, mostrando rispettivamente un evidente calo e un aumento rispetto agli anni passati. I soggetti in trattamento presso le strutture socio-riabilitative private accreditate nel 2017 sono state 15.412, circa 500 in più rispetto al 2016. Numero di SerD, di sedi ambulatoriali in Molise sono soltanto 5, con una percentuale dei rispondenti e numero di operatori che si aggira in circa 50 unità. In Molise abbiamo 6 servizi ambulatoriali pubblici dedicati al trattamento delle tossicodipendenze di cui 3 all’interno degli istituti penitenziari. Sono solo 4 le case management, 3 i servizi di natura psichiatrica, 4 di counselling psicologico; 4 di inserimento in comunità e 4 per trattamenti farmacologici. Il Molise, unica regione tra tutte, ha solo 3 comunità terapeutiche residenziali, peraltro, tutte private e una sola è semiresidenziale anch’essa di natura privata. Poco presenti in Molise rispetto alle altre regioni le attività di distribuzione di materiali specifici quali, siringhe e aghi sterili monouso, acqua per preparazioni iniettabili, preservativi, salviette imbevute di alcol (il Molise si colloca al penultimo posto prima della Basilicata). I programmi di scambio di siringhe e aghi monouso sono presenti in 12 regioni sulle 18 rispondenti: il Molise ne è escluso. Gli utenti in carico ai servizi di tossicodipendenza in Molise sono 477. Nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia il numero di utenti per 10.000 residenti al 31 dicembre 2017 è inferiore a 1,65.

    5. MALATTIE E DECESSI

    In Molise nel 2017 abbiamo avuto 3 sieropositivi per HIV, 3 per HBV, e 32 per HCV. In Italia è inoltre attiva dal 1985 una sorveglianza speciale denominata Sistema Epidemiologico Integrato dell’epatite Virale Acuta - SEIEVA, coordinata dal Centro Nazionale per la Salute Globale e dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che raccoglie informazioni più dettagliate sui casi e consente così la valutazione dell’incidenza, nonché la comprensione e la stima del contributo relativo dei diversi fattori di rischio di epatite acuta. La partecipazione alla sorveglianza SEIEVA è su base volontaria: attualmente aderisce l’80% delle ASL italiane distribuite su tutto il territorio nazionale (con l’eccezione della Regione Molise), alle quali afferisce attualmente il 78,2% della popolazione italiana. Nel corso del 2017, i decessi riconducibili all’abuso di sostanze stupefacenti rilevati dalle Forze di Polizia o segnalati dalle Prefetture sono stati 2945, con un aumento pari al 9,7% rispetto al 2016, anno in cui i decessi droga-correlati sono stati 266. I decessi direttamente droga-correlati, in Molise sono stati 2 legati all’uso di eroina, la sostanza che ancora oggi figura come causa principale di eventi letali connessi al consumo delle sostanze stupefacenti. Tra le Regioni che implementano reti di prevenzione, 6 hanno previsto di estendere ampiamente la copertura territoriale includendo nel sistema la maggior parte dei luoghi rilevanti; in Sardegna e in Campania la copertura è limitata e in Molise e nella provincia autonoma di Trento risulta scarsa o inefficace.

    6. ATTIVITA’ INFORMATIVO-CULTURALI

    La metà delle Regioni promuove interventi che hanno lo scopo di diffondere la cultura e l’abitudine ad attività alternative all’uso di stupefacenti, tali attività includono il coinvolgimento in eventi sportivi e all’aperto, corsi e manifestazioni di scrittura creativa, fotografia e arte. Questo tipo di interventi coinvolge in maniera estensiva il territorio lombardo e quello della PA di Bolzano, mentre in Basilicata, Liguria, Valle d’Aosta e Sicilia la copertura del territorio è piuttosto limitata, così come scarsa o inesistente in Molise, Sardegna e Campania. Fra le strategie educative l’approccio tra pari è il più utilizzato, infatti, 11 Regioni hanno promosso interventi peer to peer con una copertura territoriale estesa nelle Marche, in Basilicata, in Lombardia e in Molise, nelle altre Regioni è limitata o scarsa. I progetti di prevenzione universale in Molise sono solo 4, stesso numero per i progetti selettivi: il livello più basso tra tutte le venti regioni. Le Regioni che hanno dedicato specifici progetti a famiglie con problematiche legate all’uso di stupefacenti e alcol sono state 8, con una copertura estesa nelle Marche e nel Veneto. Fra le Regioni rispondenti, 6 hanno attuato interventi rivolti alle famiglie con situazioni di conflitto e/o di abbandono familiare, in Veneto e nella PA di Bolzano sono stati coinvolti in modo estensivo i luoghi di maggior interesse sul territorio. Quattro delle Regioni rispondenti hanno investito in progettazione dedicata ai genitori socialmente svantaggiati, ad esempio disoccupati, e per famiglie emigrate appartenenti a gruppi etnici minoritari con copertura territoriale estesa in Veneto e PA di Bolzano, scarsa in Molise e in Valle d’Aosta.

    7. AREA DI CAMPOBASSO

    La criminalità organizzata albanese ha tracciato nuove rotte marine che coinvolgono tutto il Molise: a svelarlo sono state varie operazioni antidroga effettuate dalle forze dell’ordine. La costa adriatica pugliese e molisana, è di particolare interesse anche per la mafia foggiana e albanese. Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Campobasso ha messo a segno un’operazione antidroga denominata “Alcatraz” che ha interessato un’organizzazione criminale che si era diffusa e controllava un redditizio traffico di stupefacenti dalla Puglia e dalla Campania verso il Molise. Si tratta di varie persone di nazionalità italiana e albanese risiedenti nei centri di Campobasso, San Severo (Foggia) e Succivo (Caserta). L’accusa per i coinvolti è di: associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. L’indagine trae origine da controlli effettuati a fine maggio 2018 dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Penitenziaria all’interno della Casa Circondariale di Campobasso, a seguito del rinvenimento di droga e apparecchi cellulari lanciati o comunque introdotti dall’esterno della struttura carceraria nei cortili interni e utilizzati da alcuni detenuti, secondo i casi, per il consumo personale, lo spaccio nel penitenziario e la comunicazione con i referenti esterni, per opera di esponenti di un “clan” familiare (ove le donne avevano un ruolo preponderante) che nella città di Campobasso era dedito all’attività di spaccio di droga, quale unica fonte di sostentamento e arricchimento. L’operazione di cui sopra mette in evidenza la procedura criminale di un gruppo ben organizzato: per quanto riguarda l’operazione, il confezionamento degli stupefacenti e la quantità che venduta al dettaglio avrebbe fruttato ingenti somme di denaro. Si è inoltre appurato il trasporto, dall’Albania all’Italia che non coinvolge più solo il basso Molise ma anche la zona del campobassano facendo venir meno o comunque scemando l’influenza della camorra. Da tali operazioni (questa è l’ultima in ordine cronologico) si evidenzia nei fatti l’interesse della criminalità albanese per il traffico di stupefacenti, traffico che aveva come punto di snodo proprio il litorale adriatico molisano. Ogni mese, nella sola Campobasso e provincia, arrivano dai 4 ai 6 chili di cocaina. Che, dopo la divisione in dosi, fruttano 500mila euro al mese. Circa 7 chili di eroina e oltre 6 chili di hashish e marijuana sono piazzati sullo stesso mercato ogni mese. Sono le testuali parole del Procuratore della Repubblica di Campobasso.

    8. AREA DI VENAFRO-ISERNIA

    Questa zona del Molise per vicinanza è sempre stata una parte di territorio di pertinenza camorristica con alcune schegge legate ai clan romani. A conferma di quest’ultimo assunto l’arresto in Molise figlia del boss Casamonica, con gli Spada padroni dello spaccio. Il blitz condotto a Venafro dai carabinieri del posto in collaborazione con quelli di Chieti ha portato in carcere Eleonora, la figlia 21enne di Ferruccio Casamonica. Sei le ordinanze di custodia cautelare disposte dalla procura di Isernia. Ingenti i quantitativi di droga sequestrati. I carabinieri hanno demolito il sodalizio che tra Venafro e il capoluogo di provincia gestiva il traffico di cocaina, marijuana e hascisc. Spietati e feroci, in un'occasione non hanno esitato a picchiare un testimone invitandolo a ritrattare quanto aveva confessato agli inquirenti. Il mercato della droga è senza dubbio globale. Non importa che si tratti di una megalopoli o di una piccola provincia, le sostanze stupefacenti sono smerciate ovunque ci siano acquirenti ed è forse il solo consumo che sembra non vedere mai la crisi. A Isernia le risultanze investigative degli ultimi anni sembrano, però, aver tracciato un quadro abbastanza chiaro di chi si celi dietri il traffico delle sostanze stupefacenti: un mix di camorra e clan romani.

    9. AREA LITORANEA ADRIATICA

    Il litorale adriatico molisano ha una storia a sé. La droga arrivava via mare, tramite dei motoscafi. Recentemente è stato stroncato un traffico di droga gestito da una cupola albanese-molisana della costa: 6 in carcere, 13 indagati. Alle donne era riservato un ruolo-chiave. Sei ordinanze in carcere, 2 divieti di dimora in Molise, un'auto sequestrata, 13 indagati per un traffico di droga. Una retata all’alba tra Termoli, Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis e Vasto, dove sono state eseguite perquisizioni e le misure cautelari su richiesta della procura Distrettuale Antimafia di Campobasso. I due capi della banda, cugini albanesi, erano addirittura in prova ai servizi sociali, a conferma del radicamento nel tessuto molisano dei personaggi, tra i quali diverse donne che hanno avuto un ruolo di primo piano. Sono quasi tutti albanesi ma “di stanza” in Basso Molise, specialmente a Portocannone, dove da tempo si erano trasferiti e dove vivevano grazie ai redditizi affari del traffico di marijuana e cocaina. L’operazione ha colpito un’associazione per delinquere di stampo transnazionale di matrice albanese con adepti anche di altre nazionalità, rumene, italiane e nigeriane. L’indagine, ha portato a sequestri di portata crescente di droga. A nostro giudizio quest’operazione, che ha permesso di collegare diversi soggetti con capacità criminali di acquisto di droga e di collocazione sul mercato molisano, ha portato all’arresto di varie persone, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e detenzione e porto illegali di arma da fuoco. Il litorale basso molisano è un territorio vasto, fatto perlopiù di zone sparse e quindi complesso da monitorare, ma notoriamente ricco economicamente, facendone quindi un facile bersaglio per gli uomini della droga. Specialmente in estate, quando i suoi lunghi chilometri di costa si aprono a turisti di tutte le età e le serate si accendono tra bar e discoteche. Una piazza importante, dunque, per tutte le compagnie criminali pugliesi che sulla droga hanno fondato il loro impero.

    10. LINEE DI INDIRIZZO RELATIVE ALLA LOTTA CONTRO LA DROGA IN REGIONE

    L’Osservatorio Antimafia del Molise nell’ambito della sua attività di studio e di ricerca in questi mesi si è occupato intensamente anche del problema della lotta alla droga in Molise. Ci siamo chiesti da dove partire? Abbiamo ritenuto di proporre la nostra ricetta per lottare il fenomeno della droga in Molise. E’ un elenco sintetico di strategie e di propositi per provare insieme a frenare il fenomeno della diffusione e del consumo delle droghe in Molise specialmente tra i più giovani. Il nostro piano strategico prevede di:
    1. Collocare la lotta contro la droga nel contesto della politica tra le regioni di confine in modo che non sia ostacolata dalla divisione delle competenze di settore salvaguardando ovviamente l’autonomia di ciascuna regione.
    2. Stabilire unitamente alla cooperazione a livello interregionale, una cooperazione e un dialogo intenso tra regione, province e comuni a livello politico istituzionale sulle questioni legate alla droga.
    3. Aumentare l'informazione e il dialogo tra i diversi attori per ravvicinare le pratiche attuali ai casi concreti, riconoscendo al contempo che si tratta di un problema soprattutto locale oltre che nazionale.
    4. Cooperare maggiormente in materia penale nel campo della criminalità organizzata connessa al traffico di stupefacenti e, più specificamente in relazione alla cooperazione a livello locale tra i servizi di polizia, poteri giudiziari, personale sanitario ed associazionismo civile.
    5. Destinare maggiori risorse per la formazione dei consulenti e la riabilitazione dei tossicodipendenti all'interno della regione, tenendo conto dell'esperienza acquisita a livello nazionale e promuovendo attivamente i migliori metodi di riabilitazione e diffusione di informazioni.
    6. Partecipare come Regione Molise ai programmi dell'UNDCP (organismo di prevenzione e contrasto alla droga a livello internazionale) con la conseguente possibilità di disporre di mezzi sufficienti nel bilancio dell'ONU per i prossimi cinque anni.
    7. Destinare eventuali fondi confiscati a livello regionale dalla DDA di Campobasso anche per migliorare la politica di prevenzione e di attenuazione dei danni cagionati dalle sostanze stupefacenti.
    8. Condividere con le scuole il principio che “è meglio prevenire che curare” mirando a risolvere i problemi alla fonte, cioè incoraggiando l'individuo ad adottare uno stile di vita e un comportamento responsabile.
    9. Riconoscere l’importanza, nella prevenzione dell'infanzia e dell'adolescenza, del ruolo fondamentale e indispensabile della famiglia e della scuola nella lotta contro la diffusione del fenomeno. Si tratta, quindi, di rendere genitori e insegnanti “complici” delle loro piene responsabilità educative.
    L’Osservatorio Antimafia del Molise nell’elaborare questo piano strategico è consapevole che da solo non potrà risolvere il problema droga in Molise ma questo nostro impegno si affianca alla richiesta di scendere in campo, di arruolarci per combattere insieme questa guerra proposta tempo fa dal Procuratore Generale Guido Rispoli e dal Procuratore antimafia Nicola D’Angelo. Noi ci siamo e uniremo le nostre forze, ognuno in base alle proprie competenze, per combattere una guerra che genera morte e distruzione e uccide chi ne fa uso, devasta le famiglie, la scuola e la società civile.

    11. CONCLUSIONI

    Dopo questa brevissima indagine dalla comunità del nostro territorio viene fuori una realtà che incute paura per la nostra gioventù (per fortuna possiamo contare sull’esperienza e sulla competenza della magistratura e delle forze di polizia). Troppi ragazzi sono finiti e finiscono ancora nel vortice del consumo di droghe. Tutto questo è accaduto – dobbiamo dirlo per onestà intellettuale - senza che si alzasse nessun particolare allarme sociale da parte della politica a ogni livello. Di droghe in questi anni si è parlato davvero poco e spesso solo per il dibattito o per la propaganda fine a se stessa. Intanto sul piano della realtà nel nostro piccolo Molise accadono fenomeni preoccupanti attorno ai quali regna un silenzio onirico. I dati del rapporto annuale del Ministero dell’Interno già nel 2017 ci avevano segnalato quello che stava accadendo nel nostro territorio a livello di droghe e giovani. Tra i nostri ragazzi di 14-16 anni sta crescendo in modo preoccupante l’uso delle nuove sostanze psicoattive e delle dipendenze comportamentali. I dati che riguardano il Molise sono superiori alle medie nazionali (e noi lo scopriamo solo oggi): il 5% degli studenti molisani ha sperimentato nuove sostanze psicoattive almeno una volta, mentre il 3% ha riferito di un uso recente. L’offerta delle nuove droghe (con il ritorno dell’eroina a basso costo) inoltre è in continua evoluzione e sempre difficile da intercettare rispetto al mercato delle classiche droghe illegali. Un ruolo da padrone nel mercato della droga in Molise - come abbiamo evidenziato - lo recita la mafia foggiana che come ha dimostrato l’ultima operazione di polizia ha il monopolio assoluto con sedi operative in Basso Molise. Ripeto - rimproverando anche me stesso - che su questi fenomeni a livello pubblico si è dedicata un’attenzione molto distratta perché a differenza delle vecchie tossicodipendenze non hanno ricadute sociali immediate e drammatiche. È un fenomeno nebuloso, che non genera marginalità, ma le cui conseguenze spesso non sono meno pesanti a livello di personalizzazione. Abbiamo assistito a un disimpegno generalizzato da parte della politica rispetto al problema della nuova droga, che al più è stato recepito come problema di controllo sociale per il contenimento delle devianze. Questo distacco inoltre è il terreno ideale che permette alle organizzazioni criminali che controllano il mercato di agire indisturbate e di conquistare sempre nuovi consumatori. Il disimpegno si carica di una colpa molto grave: quella di non capire l’importanza della prevenzione. La prevenzione non è solo controllo ma impegno ad affrontare i malesseri che sono naturali nella vita di ogni giovane. Il Molise dovrà elaborare nuovi piani e programmi educativi destinati a studenti, docenti e genitori, supportati da un'adeguata campagna di comunicazione. Le attività di formazione non potranno non essere eseguite da operatori qualificati e accreditati. Su questi aspetti la nostra regione è ultima. E’ giunta l’ora di una scelta: stare accanto ai giovani, per intercettare i loro momenti di debolezza e difficoltà ed evitare dipendenze deleterie per i processi di socializzazione e, più in generale, per la loro crescita. Situazioni che possono incidere in modo negativo sull'apprendimento, sulla qualità della formazione personale, e sulla capacità di realizzare progetti di vita. I nostri ragazzi devono avere la possibilità di fruire degli strumenti necessari per la prevenzione delle dipendenze. Su azioni che consentano d'individuare in maniera tempestiva la comparsa di comportamenti ad alto rischio. Personalmente ritengo che famiglia e scuola costituiscano gli ambienti principali in cui attuare incisive attività di prevenzione. Credo che il punto non sia tanto dare una risposta, quanto richiamare l’attenzione su una questione cui ormai non possiamo più sottrarci: queste questioni sono complicate. E generalizzare sulla pelle delle faccende importanti, facendo retorica e morale stantia, pretendendo che il mondo vesta di bianco e nero, è una pratica che non deve essere più accettata. Abbracciamo la complessità, sforziamoci di non cercare la risposta netta e facile, in un mondo che facciamo ogni giorno più fatica a comprendere. Per molti purtroppo questi sono dettagli ininfluenti, del resto stiamo parlando di drogati, questa è gente senza valori! Se ragioneremo in questo modo, partiremo certamente con il piede sbagliato. Se al contrario considereremo queste persone come bisognose di aiuto e di supporto, probabilmente avremo una speranza di poter ridurre o sconfiggere questo fenomeno deleterio che attanaglia la nostra regione.

    Dr. Vincenzo MUSACCHIO – Presidente
    Dr. Daniele COLUCCI – Vice Presidente (Vicario)
    Gen. Antonio DI IULIO – Componente
    Avv. Vincenza CASALE - Componente
      Share  
     
    .