1. IMPARARE A CONOSCERE LE MAFIE
    Progetto scolastico

    By antimafia il 5 Feb. 2023
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    Marzo è il mese della legalità, che vede la celebrazione ufficiale il 21, con la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime di mafia. L’Osservatorio Antimafia del Molise “Antonino Caponnetto” promuoverà in Molise una serie di attività da proporre nelle scuole di ogni ordine e grado, da film e cortometraggi a esperienze sul campo alla scoperta degli “eroi” antimafia. Vedremo qualcosa dal vivo. Ai ragazzi saranno mostrati alcuni cimeli appartenuti alle vittime di mafia (es. una lettera autentica di Giovanni Falcone, una di Rita Atria, un oggetto appartenuto a Peppino Impastato e così via). Ci sarà naturalmente la discussione in classe. Parleremo dei beni confiscati ai boss mafiosi. Tutti avranno una risposta alle loro domande e curiosità. Questa è l’antimafia dei fatti. L'immagine che hanno i più giovani delle mafie è spesso quella della filmografia, la mafia vera invece è cosa del tutto diversa. Rifletteremo insieme sul concetto di “nuova mafia” valutando il fenomeno “criminalità organizzata” come un sistema complesso che inquina ogni ambito della nostra società, cui basta veramente poco per trovare terreno fertile, anche inconsapevolmente. Quanto sono consapevoli i ragazzi di tutto questo? Quanto conoscono le storie di legalità, lotta e giustizia delle tantissime vittime di mafia? Vogliamo far capire ai ragazzi come le mafie siano presenti anche dove sembrano non esserci. (Vincenzo Musacchio, Presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise).
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  2. OSSERVATORIO ANTIMAFIA DEL MOLISE

    By antimafia il 23 Jan. 2019
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    Componenti:

    Vincenzo Musacchio, Presidente;

    Daniele Colucci, magistrato del Tribunale di Larino – Vice Presidente;

    Veronica D’Agnone, magistrato del Tribunale di Campobasso – Componente;

    Gen. Antonio Di Iulio, generale (ar) dell’Arma dei Carabinieri – Componente;

    Vincenza Casale, avvocato cassazionista in Roma – Componente;

    Federico Mastronardi, ex Digos Polizia di Stato;

    Vito Marino De Carlo, ex ROS Carabinieri;

    Antonio Raimondo, ex Guardia di Finanza;

    Davide Vitiello, rappresentante delle associazioni;

    Giuseppe Pittà, rappresentante dei giornalisti;

    Daniela Vattiato, rappresentante della scuola;

    Antonio Miccoli, Amministratore di beni confiscati alle mafie

    Collaboratori stabili: Antonio Di Tullio d’Elisiis; Dario Cantoro, Mariabruna Stefanizzi.

    Tutte le cariche sono gratuite, l’osservatorio è ovviamente apolitico e apar-titico. L’osservatorio è parte integrante della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise.
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  3. MOLISE OSCURO - COPIA E-BOOK SCARICABILE
    VINCENZO MUSACCHIO

    By antimafia il 25 Feb. 2014
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    IN QUESTO LINK E' POSSIBILE SCARICARE IL LIBRO


    www.facebook.com/groups/1415986298630834/1449821715247292/



    Edited by coreamolise - 4/6/2014, 09:51
    Last Post by Teresa 64 il 2 April 2014
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  4. La delinquenza minorile nelle organizzazioni mafiose

    By antimafia il 2 June 2021
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    La devianza minorile criminale rappresenta un fenomeno che, sempre più frequentemente, si tramanda all’interno di nuclei familiari contigui a contesti mafiosi, a causa di una educazione fondata sulla trasgressione delle regole del vivere civile e sulla divulgazione della cultura mafiosa di generazione in generazione.
    Ciò premesso, è possibile cogliere l’efficacia di un intervento statuale in tali contesti, sottoforma di un provvedimento giurisdizionale de potestate, che sarebbe idoneo, da una parte, ad aggredire, seppur di riflesso, le strutture mafiose dal punto di vista delle risorse umane, impedendo, a monte, che vi siano i presupposti per una rigenerazione del fenomeno mafioso, dall’altra, di tutelare i minori appartenenti alle famiglie mafiose, i quali, rappresentano le prime vittime dei sodalizi criminali, spesso subendo, in prima persona, un grave pregiudizio al loro patrimonio morale, in quanto condizionati negativamente dal crescere all’interno di contesti familiari in cui la sopraffazione, la violenza, il perseguimento del potere ad ogni costo, rappresentano dei (dis)valori da tramandare di generazione in generazione. È innegabile, infatti, che, in alcuni ambienti criminali, sia fondamentale la componente familiare che, sovente, implica il coinvolgimento di figli minorenni all’interno delle attività criminose. Famiglie, in cui la cultura mafiosa viene tramandata per assicurare un continuum criminale che impedisce di liberarsi dall’ingombrante ombra familiare o di collaborare con le forze dell’ordine.
    Si tratta di microcosmi connotati dalla divulgazione della mentalità mafiosa a cui i minori vengono abituati ed educati sin da piccoli. Minori, che fin dall’infanzia sono abituati a concepire lo Stato come nemico, uno Stato rappresentato nella sua veste esclusiva di stampo repressivo. Uno Stato concepito, a sua volta, come il“mostro”che arresta e condanna i genitori o che impedisce di esercitare ai propri familiari delle attività illecite che rappresentano, tuttavia, nell’ottica del minore, l’unica fonte di sostentamento dei bisogni familiari. Ed è proprio in assenza della componente maschile, spesso attinta da provvedimenti coercitivi, che è sempre più la donna ad assumere le redini della famiglia-criminale: donne, che non disdegnano di gestire, in assenza dei propri mariti, gli affari criminosi di famiglia, con grande lucidità ma anche con spiccata durezza. Da ciò, si comprende come in taluni contesti familiari sia proprio la donna, rappresentata da una madre, da una zia, da una nonna, a costituire la cerniera tra i minori ed il sodalizio criminale. La famiglia rappresenta pertanto l’humus in cui i figli di mafia , sin dall’infanzia,vengono indottrinati a concetti come la vendetta, la violenza, le faide familiari .
    Per comprendere e contrastare le mafie, è, pertanto, necessario analizzare e prevenire la cultura mafiosa con cui, spesso, i bambini appartenenti a ...

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    Last Post by antimafia il 2 June 2021
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  5. MAFIE E DROGA IN MOLISE

    By antimafia il 14 Dec. 2019
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    OSSERVATORIO ANTIMAFIA DEL MOLISE
    “Antonino Caponnetto”


    MAFIE E DROGA
    IN MOLISE

    REPORT BREVE
    (TRAFFICO, SPACCIO E DIPENDENZA)

    a cura di
    Vincenzo MUSACCHIO





    Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise
    CAMPOBASSO 2018/2019



    INTRODUZIONE

    Gli affari criminali legati agli stupefacenti rappresentano un commercio che non conosce crisi. Le droghe in Molise arrivano, e purtroppo continueranno ad arrivare, perché c’è domanda. Sono consumate perché c’è offerta. E’ un ciclo chiuso che si autoalimenta: difficile da fermare. Nella nostra piccolissima regione, questa sequenza è composta di tantissimi e intricati aspetti: il traffico, con i flussi di droghe che arrivano in Molise grazie ad organizzazioni criminali che gestiscono l’approvvigionamento; lo spaccio, con più piccole organizzazioni che se ne occupano; le dipendenze che riguardano l’aspetto preventivo e di cura. Inutile nasconderlo: anche la nostra regione è una terra di arrivo e di passaggio delle droghe. Tantissimi casi riguardano il Basso Molise, alcuni dei quali analizzati anche in questo report regionale. Il grande affare del traffico è gestito, in via prioritaria, dalle organizzazioni criminali italiane, in primis, la mafia garganico foggiana, poi la ‘ndrangheta, in collaborazione con alcune compagini straniere: la criminalità albanese in primis, l’organizzazione straniera sicuramente più presente e ramificata in ambito regionale, caratterizzata da un continuo “reclutamento” di giovani leve e da una ‘elevata capacità di rinnovamento delle proprie fila. Vi sono presenze anche della mafia nigeriana, della camorra e dei clan romani. La Direzione Investigativa Antimafia ha evidenziato nella sua ultima relazione (2017/2018) proprio nei traffici di droga la spiccata convergenza dei forti interessi, riposti in tale lucroso settore, dalle consorterie albanesi e dalla criminalità pugliese, anche in considerazione della posizione geografica della nostra regione: gli scali portuali dell’Adriatico restano, inequivocabilmente, l’approdo privilegiato per i traffici illeciti dall’Albania e dai Balcani. La criminalità albanese, in sintonia piena con la ndrangheta e con le mafie pugliesi, si occupa, all’interno dei traffici di stupefacenti, in particolare di coltivazione di cannabis e di produzione di metanfetaminici. La criminalità albanese è il punto di riferimento per l’importazione di cocaina, anche per la criminalità a livello nazionale. A tale scopo - si legge sempre nella relazione della DIA - i trafficanti provvedono al trasporto degli stupefacenti, sfruttando sia le rotte marittime sia quelle stradali, anche attraverso i c.d. “corrieri part-time”. In tutti i casi, le investigazioni sin qui condotte evidenziano sia una spiccata capacità di tali organizzazioni a far transitare i carichi e i corrieri per scali intermedi, (rendendone, così, più difficoltosa l’individuazione), sia costanti connessioni opera...

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    Last Post by antimafia il 14 Dec. 2019
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  6. LA MADRE DI GIULIO REGENI: SUL SUO VISO IL MALE DEL MONDO

    By antimafia il 31 Mar. 2016
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    Verità e giustizia dovrebbero essere queste le richieste di tutti gli italiani onesti al Governo italiano. Richieste pressanti e quotidiane. Meno chiacchiere e più fatti concreti! Ai genitori dico anche se a malincuore: mostrate la foto di Giulio, gli italiani devono sapere e devono ribellarsi a queste continue prese in giro e depistaggi maldestri del Governo egiziano. La mamma racconta che l'ultima foto che ha del figlio è del 15 gennaio scorso, il giorno del suo compleanno. Giulio ha il maglione verde e la camicia rossa. Non si vede, ma davanti a lui c'è un piatto di pesce e intorno i suoi tanti amici. “Il suo era un viso sorridente, con uno sguardo aperto. E' un'immagine felice”. Poi ce un'altra immagine: quella all'obitorio. L'Egitto ha restituito ai familiari di Regeni un volto irriconoscibile. Un essere umano trattato in maniera disumana, torturato con metodi peggiori di quelli del Medioevo. Un trattamento che dovrebbe fare indignare e che invece passa quasi come ordinarietà. Si può usare la tortura per far parlare i sospettati di terrorismo. A sostenerlo sono quasi i due terzi dei cittadini americani. Ma che mondo è questo? Torniamo a leggere tutti "dei delitti e delle pene" del Beccaria ne trarremmo indubitabili insegnamenti. E’ sempre la mamma di Giulio a dire: “non vi dico cosa gli hanno fatto. Su quel viso ho visto tutto il male del mondo e mi sono chiesta perché tutto il male del mondo si è riversato su di lui”. E’ il caso che anche tutta l’Italia se lo domandi e agisca affinché la nostra Nazione sia rispettata e non presa in giro. Nessuno parla, forse si aspetta che anche questo caso passi nel dimenticatoio collettivo. Noi invece vogliamo verità e giustizia subito! E lo chiediamo a gran forza.


    (VINCENZO MUSACCHIO)
    Last Post by antimafia il 31 Mar. 2016
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  7. INTERVISTA SU L'ORA DI PALERMO DEL 1° MARZO 2015
    Ismaele La Vardera intervista il prof. Vincenzo Musacchio

    By antimafia il 1 Mar. 2015
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    Vincenzo Musacchio, è il fondatore ed il direttore della Scuola di Legalità “don Peppe Diana”, docente di diritto penale presso l’Istituto di Studi per la Formazione (CONFSA) di Roma, ha insegnato la medesima disciplina in varie Università italiane da ultimo presso l'Alta Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio in Roma.

    Prof. Musacchio quando nasce la passione per la giustizia e la legalità?

    Ero molto giovane, frequentavo il liceo in Molise e andai ad ascoltare un giudice all'epoca quasi sconosciuto: Paolo Borsellino. Le sue parole cambiarono la mia vita. Ricordo come fosse oggi il suo discorso sull'impegno dei giovani nella lotta all'illegalità ed alla mafia. Mi colpi particolarmente una frase, poi divenuta celebre: “se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Da lì nasce il mio impegno incessante tra la gente, in mezzo agli studenti e in tutte le Università dove ho avuto l'opportunità di insegnare.

    Quali sono secondo lei i deficit dell'Italia che minano seriamente i sacrifici di Falcone e Borsellino?

    Io spero che questi anni non siano stati inutili, né tanto meno sia stato vano il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sono e devono restare una speranza per tanti, soprattutto giovani, che vedono un futuro libero da crimine organizzato e corruzione. Devono essere l'esempio dell'Italia “sana”. In questi 25 anni ho imparato come non si possa pretendere che lo Stato intervenga in tutto e per tutto. Siamo noi a dover onorare la loro memoria non tanto con ricordi e fiaccolate ma con azioni concrete e decise. I deficit purtroppo non sono pochi. Molti di natura giuridica e processuale. Voglio tuttavia soffermarmi ancora una volta sul mezzo che li annullerebbe quasi tutti: un esercito di giovani educati alla legalità.

    Oggi che attività svolge la Scuola di legalità “don Peppe Diana” e come potrebbe descrivere quest'ultimo progetto?

    E' uno strumento operativo. Io lo paragono ad una grande folata di vento fresco in un'afosa giornata estiva. La Scuola di Legalità intitolata a Don Peppe Diana è un progetto molto ambizioso, abbiamo referenti in tutta Italia ed alcuni anche all'estero. Si rivolge alla gente ed in particolar modo agli studenti. L'obiettivo primario è la promozione della legalità nelle scuole. Penso che la legalità debba essere costruita attraverso punti di riferimento concreti, quindi, ciascuno deve dare il proprio contributo. Il mio impegno è informare i giovani riguardo l'importanza del rispetto delle regole e del peggior male dell'Italia: la corruzione. Sono convinto che l'informazione significhi cultura e solo chi conosce può compiere scelte libere e consapevoli.

    Dopo la relazione annuale del procuratore nazionale antimafia Rob...

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    Last Post by antimafia il 1 Mar. 2015
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  8. IL PROF. PIETRANTONIO SU AMPLIAMENTO MOMENTIVE

    By antimafia il 26 Feb. 2015
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    Sull'ampliamento della Momentive srl partirei dal presupposto fontamentale della vicenda: esiste una valutazione di impatto ambientale di questo ampliamento? Se esiste su quali dati si basa visto che la zonizzazione dell'aria in Molise non esiste? Quali sono le emissioni di questa industria su aria, acqua e ricadute su suolo e ciò che sul quel suolo viene prodotto? Non ci bastano i dati prodotti dalla industria stessa, pretendiamo che ci sia un ente terzo addetto al controllo in maniera chiara, trasparente e comprensibile a tutti, non solo ai tecnici. Quasi quotidianamente mi vengono segnali nuovi casi di patologie neoplastiche in persone relativamente giovani. E' assodato che l'esposizione agli inquinanti produce l'insorgenza di cancro dopo 15-20 anni, dunque basta fare due conti. Se ci fosse un registro tumori o perlomeno una raccolta dei dati che i medici di base hanno, sono certo che emergerebbero delle eccedenze nelle zone interessate dalle ricadute di inquinanti. E che non mi si dica che è dovuto semplicemente all'invecchiamento della popolazione molisana più di altre popolazioni, perché le segnalazioni riguardano cinquantenni. Sull'argomento ritornerò con una maggiore approfondimento.



    VINCENZO PIETRANTONIO
    MEDICO ISDE - DOCENTE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
    PRESIDENTE SCIENTIFICO COMITATO DIFESA SALUTE ED AMBIENTE DEL MOLISE
    Last Post by antimafia il 26 Feb. 2015
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  9. Stop alla corruzione, riprendiamoci l'Università: campagna a cui aderisce Co.Re.A. Molise

    By antimafia il 22 Feb. 2015
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    E' sempre più alta l'attenzione verso le Università e sta crescendo l'onda del malcontento che travolge professori e studenti, impotenti di fronte a sfacciati e frequenti casi di nepotismo che vedono gli atenei gestiti come feudi privati. A Messina la criminalità tesseva efficaci relazioni e rapporti d'affari con i docenti - come l'indagato Caratozzolo - nonché con personale amministrativo, con lo scopo di influenzare, dietro pagamento di somme di danaro, l'andamento di esami universitari (Fonte:www.fanpage.it). Alla Sapienza di Roma, la notizia dell'iscrizione del rettore Guarini nel registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio è uno dei tanti casi italiani. Si indaga su un presunto scambio di favori tra il rettore e Leonardo di Paola, docente di Estimo e presidente della società che si è aggiudicata i lavori per la realizzazione dei parcheggi all'università. Ma Di Paola è anche il presidente della commissione che ha promosso la figlia del rettore, Maria Rosaria Guarini, a ricercatrice in Estimo. (Fonte: Repubblica) A Palermo è dovuto intervenire il Tar per restituire a Maria Rita Gismondo il posto da ordinario che le era stato soffiato da docenti che avevano spacciato per pubblicazioni scientifiche dei semplici atti congressuali (Fonte: La Sicilia). Anche a Bari è dovuto intervenire il Tribunale Amministrativo Regionale affinchè un professore di biochimica ottenesse il laboratorio che gli spettava ma negatogli dall'endocrinologo F. Giorgino. Quest'ultimo era anche indagato dalla procura (insieme al padre) per il concorso da ordinario grazie al quale ha ereditato la direzione del reparto (Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno). L'Unione studentesca Italiana (U.S.I) denuncia, tra le altre cose, che i membri delle Commissioni esaminatrici nel definire i punteggi per i candidati dei concorsi attribuiscono punti anche "agli elenchi delle pubblicazioni, quelli che accompagnano i lavori". E sarebbero stati assegnati punteggi - secondo le testimonianze raccolte dall’Usi/RdB- anche alle e-mail che alcuni candidati "con padrino" hanno presentato come titoli, ignorando invece in blocco validi attestati internazionali di altri candidati senza padrino. Tra i titoli valutati ad un candidato poi risultato vincitore ci sarebbero anche nove lettere di raccomandazione allegate alla domanda di partecipazione al concorso, tra cui una, in particolare, in cui il padrino raccomandante sottolinea, a dimostrazione della validità del candidato, il suo spiccato senso di ospitalità, la generosità e il carattere gioviale mostratigli in occasione di una sua visita in Italia. Sono sempre di più le persone che hanno deciso di non restare a guardare. Le nefandezze vengono raccontate alla magistratura ma anche nei blog e le notizie degli scandali corrono molto più v...

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    Last Post by antimafia il 22 Feb. 2015
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  10. PREMIO "SANDRO PERTINI" 2015
    La corruzione è nemica della Repubblica

    By antimafia il 16 Feb. 2015
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    COMMISSIONE REGIONALE ANTICORRUZIONE
    PREMIO “SANDRO PERTINI” 2015

    Con il Patrocinio della Associazione Nazionale Sandro Pertini

    "La corruzione è nemica della Repubblica"

    Bando di concorso e regolamento

    1. Per l'assegnazione del "Premio Sandro Pertini 2015" – Terza Edizione - è indetto il concorso “Inchiesta sulla corruzione”, rivolto alle scuole molisane, abruzzesi e pugliesi.

    I concorrenti per quest'anno saranno gli studenti delle scuole medie e superiori
    e potranno partecipare presentando:

    Un inchiesta giornalistica sulla corruzione
    in Italia o nella propria regione di apparteneza

    2. Per partecipare al concorso, le scuole molisane dovranno iscriversi entro il 31 marzo 2015 trasmettendo il modello A, debitamente compilato, tramite posta elettronica all’indirizzo . [email protected]

    3. Le scuole partecipanti e regolarmente iscritte dovranno trasmettere gli elaborati entro il 15 maggio 2015 tramite posta elettronica all’indirizzo [email protected].

    4. Tutti gli elaborati regolarmente pervenuti saranno selezionati da una Giuria, di cui sarà resa nota la composizione attraverso il sito della Commissione Regionale Anticorruzione (http://anticorruzione.jimdo.com). Il giudizio della Giuria è insindacabile.

    5. Entro il mese di maggio 2015 sarà organizzata una manifestazione pubblica presso la scuola vincitrice per la consegna del premio e per la presentazione degli elaborati che saranno stati selezionati dalla Giuria.

    6. Il miglior elaborato sarà premiato con un premio in denaro del valore di 100 euro o dell'equivalente in libri. Il premio andrà allo studente o al gruppo di studenti. Il lavoro di inchiesta sarà pubblicato nelle testate regionali e nazionali.

    7. E’ obbligatorio per le scuole partecipanti sottoscrivere la dichiarazione contenute nel modello A, parte integrante del presente bando, con la quale si dichiara di aver preso visione del bando e di accettarne il regolamento e, in particolare, di accettare che i lavori presentati non saranno restituiti e rimarranno nella disponibilità della Commissione che potrà utilizzarli anche per altre iniziative senza fini di lucro, direttamente o indirettamente organizzate.

    Il bando di concorso e ogni altra utile informazione sono pubblicati sul sito della Commissione Regionale Anticorruzione.-

    Il Presidente - Dr. Vincenzo Musacchio
    Last Post by antimafia il 16 Feb. 2015
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